Di comune accordo abbiamo deciso di chiamare questa nuova rubrica :
In onore della sua prima firma nell’ambiente editoriale del surf …
Alessandro, prima d’iniziare, vuole spiegare cosa l’ha spinto a farlo:
“Ciao amici di Sons of the Ocean!
Ho scritto il mio primo articolino sul surf nel 1982. Da allora ho perso il conto, avendo successivamente curato per alcuni anni la rubrica O’Zone su Windsurf Italia (precedentemente curata dall’amico Gilberto Bonasegale), poi ricoperto il ruolo di capo redattore della prima rivista italiana di surf (SURF MAGAZINE), diventata poi Surf Latino nel 1995. Centinaia di articoli che includevano interviste, reportage di eventi o di surf trips, non trascurando aspetti tecnici e novità del mercato.
Poi, nel dicembre del 1999, la mia vita cambiò radicalmente quando lasciai la rivista per intraprendere l’attività di marketing & team manager per Quiksilver. Per oltre 10 anni ho viaggiato, sono stato a stretto contatto con i campioni del team Quksilver e Roxy, ho insomma avuto la grande fortuna di fare ciò che avevo sempre desiderato: lavorare nel mondo del surf e conoscere i miti le cui imprese avevo sempre letto sulle riviste americane. Non ho più modo di scrivere, ma la smania di usare la penna mi è rimasta, tanto è vero che nel 2013 mi sono messo a scrivere romanzi ambientati nel mondo del surf.
Ora, grazie agli amici di Sons of the Ocean, in particolare a Matteo, mi si ripresenta questa opportunità. L’opportunità di far conoscere, non solo ai giovani surfisti, la vera cultura del surf, i miti e le leggende del passato. Quegli eventi, luoghi e personaggi che hanno fatto la storia del surf, soprattutto all’estero ma si, anche in Italia. Perché è giusto che anche i protagonisti del surf italiano, siano essi atleti, tecnici, presidenti di club, fotografi etc… siano ricordati per il loro contributo alla crescita del nostro sport.
Il surf è cambiato molto dagli anni 80 e 90, quando il surf ha iniziato a crescere in Italia. I pionieri come me hanno iniziato a surfare senza altri modelli da imitare, hanno imparato sulla loro pelle gli effetti di errori di vario tipo, dall’usare attrezzature inappropriate al gestire male l’affollamento nel loro home break. Si entrava in acqua trascinati da amici, poche informazioni utili, si rubava con gli occhi e ci volevano anni prima di acquisire abilità e sicurezza.
Oggi, grazie alla diffusione delle scuole di surf, in poche ora c’è chi si considera già un surfista esperto, e non comprende (o non gli viene spiegato) come si entra in un qualsiasi spot affollato e come ci si comporta in acqua. Non voglio fare il maestro e attirarmi antipatie, credetemi. Né intendo dire che tutto era meglio “a mì tempi”, tutt’altro. Quello che spero di ottenere, grazie a questo spazio offertomi da Sons of the Ocean, è di diffondere un po’ di cultura surfistica, per capire meglio chi siamo, da dove veniamo. Ed è grazie alla conoscenza di cosa altri hanno fatto prima di noi che è possibile educare meglio i futuri surfisti, abituandoli al rispetto di tutto ciò che ci circonda: gli altri frequentatori del mare e, prima di tutto Lei, Madre Natura.
Come si dice, un popolo che non conosce la propria storia e il proprio passato, non ha futuro. Direi la stessa cosa per lo sport. Quindi, come disse Mourinho, il famoso allenatore di calcio: “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”. Bene: chi sa solo di surf , non sa niente di surf!
Aloha. “