Testo :

Manuela Giacomini

Finalmente si è concluso l’iter legislativo che porterà l’Europa a dire addio, gradualmente, alla plastica monouso!

Oggi, infatti, il Consiglio UE ha dato il via libera alla direttiva che dal 2021 vieta oggetti in plastica monouso per i quali esistono alternative sul mercato come piatti, posate e cannucce, aste per palloncini e cotton fioc.

Ma che cosa si intende per “plastica monouso”? La direttiva ci fornisce una definizione molto chiara: “prodotto fatto di plastica in tutto o in parte, non concepito, progettato o immesso sul mercato per compiere più spostamenti o rotazioni durante la sua vita essendo rinviato a un produttore per la ricarica o riutilizzato per lo stesso scopo per il quale è stato concepito”.

Scopo della direttiva è quello di promuovere: approcci circolari che privilegiano prodotti e sistemi riutilizzabili sostenibili e non tossici, piuttosto che prodotti monouso, con l’obiettivo primario di ridurre la quantità di rifiuti prodotti.”

Ciò perché, come si legge dai considerando della direttiva stessa: “Nell’Unione, dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica: di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50% e gli oggetti collegati alla pesca il 27% del totale. I prodotti di plastica monouso comprendono un’ampia gamma di prodotti di consumo frequente e rapido che sono gettati una volta usati, raramente sono riciclati e tendono pertanto a diventare rifiuti. Una percentuale significativa degli attrezzi da pesca immessi sul mercato non è raccolta per essere trattata. I prodotti di plastica monouso e gli attrezzi da pesca contenenti plastica sono pertanto un problema particolarmente serio nel contesto dei rifiuti marini, mettono pesantemente a rischio gli ecosistemi marini, la biodiversità e la salute umana, oltre a danneggiare attività quali il turismo, la pesca e i trasporti marittimi”.

Per tale motivo, la direttiva prevede ulteriori misure per ridurre il consumo di plastica, quali: responsabilità estesa del produttore che copra i costi di pulizia dei rifiuti, applicati a prodotti come i filtri per il tabacco e gli attrezzi da pesca; l’introduzione di requisiti di progettazione per collegare i tappi alle bottiglie, nonché l’obiettivo di incorporare il 25% di plastica riciclata nelle bottiglie di PET a partire dal 2025 e il 30% in tutte le bottiglie di plastica a partire dal 2030.

Inoltre, gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere la raccolta delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029.

Va detto che, purtroppo, le microplastiche non rientrano direttamente nell’ambito di applicazione della presente direttiva, ma nei considerando viene sottolineato che l’Unione dovrebbe adottare un approccio globale al problema incoraggiando tutti i produttori a limitare rigorosamente le microplastiche nelle loro formulazioni.

La direttiva nasce da una proposta presentata dalla Commissione nel maggio 2018. Il Consiglio ha raggiunto la sua posizione il 31 ottobre 2018 e i negoziati con il Parlamento europeo sono iniziati il 6 novembre 2018 e si sono conclusi il 19 dicembre 2018 con un accordo provvisorio, confermato il 18 gennaio 2019 dagli ambasciatori degli Stati membri presso l’UE.

Come detto, l’adozione formale delle nuove norme da parte del Consiglio conclude quindi l’ultima fase legislativa. Addio plastica monouso, non ci mancherai.

La conferma arriva direttamente dal ministro dell’ambiente Sergio Costa
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