Sons:”Ciao Nicola, ti vuoi presentare per quei pochissimi che ancora non ti conoscono ?”
Nik : “Faccio surf da quando avevo 14 anni, ho compiuto 37 anni in questo 2018 e mi sento ancora un ragazzino, sopratutto quando sono in mare tra le onde con gli amici. Ho avuto la fortuna di essere stato il primo ed unico surfista Italiano a portare una torcia Olimpica durante le Olimpiadi Invernali a Torino nel 2006 e durante la fine degli anni novanta, sono stato presentato al grande pubblico da televisioni e radio Nazionali ed un bel giorno sono apparso sul motore di ricerca Wikipedia. Sono nato in Versilia a Pietrasanta e cresciuto tra Vallecchia e Forte dei Marmi, dove all’età di 14 anni, assieme ad un carissimo amico ho provato per la prima volta la sensazione di scivolare sulle onde del Pontile di Forte dei Marmi, dove ho trascorso i migliori anni della mia gioventù nutrendomi di “lavarone”, focaccine di Valè e onde tubandi color marrone. A Forte dei Marmi ho avuto la fortuna, sin dall’inizio, di confrontarmi con alcuni dei migliri surfisti italiani di quegli anni, tra cui Ronnie Baldini, i fratelli Palattella, Stefano Giuliani, Oliver Di Fazio, Marco Urtis, Jacopo Migliorini, Leonardo Lazzeretti e tanti altri ancora. Questi surfisti mi hanno accolto nella cricca locale di surfisti Toscani, spingendomi sempre a far meglio fino alle prime gare Nazionali dove è iniziata la mia vera passione per la parte agonistica di questo sport. Negli anni a venire, mi sono confrontato con tutti i migliori surfisti Nazionali nel circuito Italiano vincendo gran parte delle gare organizzate fino al raggiungimento del titolo di Campione Italiano Juniores e Open per diversi anni, per poi, diventare con grande orgoglio uno dei primi atleti Italiani ad avere dei contratti con diverse aziende tra cui Quiksilver, Fiat e Budweiser, grazie all’aiuto del mio ex manager, Dini Alessandro, che mi ha seguito per ben 8 anni nella mia formazione di atleta. In quegli anni ho avuto la fortuna di partecipare a gare Europee e conoscere surfisti professionisti per poi divenire uno dei primi Italiani che è riuscito ad accedere a delle semifinali di quelle competizioni. A seguire sono state molte le aziende con cui ho collaborato fino a ritrovarmi Team Manager e Team Rider dell’azienda Analog (gruppo Burton) per la quale ho iniziato a lavorare a diversi progetti, tra cui, L’Analog Summer Tour (tappe itineranti in diverse regioni d’Italia nelli quale si effettuavano giornate gratuite di corsi surf per principianti) e L’Analog Tre Quarti Surf Challenge che per ben 6 anni è stata una delle più importanti competizioni di surf nel panorama Italiano con un montepremi mai visto fino ad allora. Durante il mio percorso con Analog e con altri brand di settore, ho implementato la mia carriera di atleta e organizzatore di eventi, portando a Forte dei Marmi la TreQuarti Surf School, associazione sportiva di surf mirata alla promozione del surf in Toscana, una realtà che mi ha permesso di maturare un ulteriore esperienza nel campo della formazione e della preparazione al surf da onda. Nel frattempo ho avuto la fortuna di realizzare, per la prima volta in Italia, il primo magazine digitale interattivo, che tutt’oggi si chiama SurfCulture (www.surfculture.it). Il progetto Surf Culture è inizialmente nato grazie alla passione di alcuni amici, tra cui, il fotografo Fabio Palmerini, i surfisti Alessio Poli e Jacopo Conti con i quali abbiamo lanciato il progetto e proseguito nella sua crescita sin dal 2004. In seguito, il progetto Surf Culture ha subito diversi cambiamenti, nella sua forma e nella comunicazione, divenendo uno dei principali portali di surf incentrato sulla qualità del prodotto e sulla innovazione. Abbiamo lanciato e rinnovato variate volte il portale www.surfculture.it e realizzato il mio più grande sogno, quello di stampare Surf Culture, lanciando sul mercato Surf Culture Collection che tutt’oggi vive grazie alla collaborazione con il Visual Designer, Jacopo Cosmelli e molti collaboratori come Filippo Maffei, Fabio Palmerini e tanti altri cercando di portare sempre sul mercato un prodotto ricco di contenuti esclusivi di alto livello. Nel corso degli ultimi anni, mi sono dedicato alla preparazione mirata al miglioramento tecnico per giovani atleti, collaborando a tempo pieno con l’Associazione Sportiva Dilettantistica BlackWave, instaurando, nel tempo, una grande amicizia, basata sulla fiducia reciproca, con l’ideatore di questa grande Associazione, Bellotti Stefano ed il suo socio Davide Onorato. Da diversi anni ormai mi occupo di organizzare surf trip per surfisti di ogni livello e seguire gli atleti della Nazionale Italiana FISW Surfing durante le trasferte Federali.”
Sons : “Cosa ti ha spinto a iniziare a surfare ?”
Nik : “Ho trascorso la mia gioventù a Forte dei Marmi e avendo vissuto a pochi passi dal mare, era inevitabile che nascesse in me una grande attrazione per il mare e le onde. Fin da piccolo ho trascorso estati in riva al mare, giocando con gli amici, finche, crescendo mi sono avvicinato ai primi “attrezzi” che si vedevano sulla battigia, Skim-Board, Bodyboard fino all’incontro ravvicinato con una tavola da surf. Ogni tanto vedevo sfrecciare sulle onde qualche surfista e volevo assolutamente provare anche io quella sensazione di velocità. La prima volta non si dimentica mai ( 4 gennaio, età 14 anni, tanto freddo, una muta dura come il legno ed una tavola imprestata da un amico, poche onde ma tanta voglia di migliorare ) da lì tutto è iniziato e mia ha travolto come non mai. Una droga, una ossessione, non ne potevo fare a meno… pensavo solo a surfare e a migliorare. Trascorrevo le giornate assieme al mio amico Andrea a consumare cassette VHS dove si vedevano i primi trick. Il mio primo video di surf, tutt’ora potrei dirvi cosa accade ad ogni minuto, è rimasto Good Times di Taylor Steele! Molti di voi forse non sanno che ho un fratello, si chiama Guido, che nonostante fosse molto portato anche lui per il surf, ha preso altre strade, ma con il quale ho trascorso tante giornate in acqua. Nel mio percorso di atleta ho avuto la fortuna di avere due genitori fantastici che mi hanno sempre dato supporto senza invadere la mia libertà di scelta. Pensate che in anni di surf e competizioni, forse saranno venuti qualche volte a vedermi gareggiare, e lo facevano di nascosto, perché gli avevo chiesto di non venire. Anche sulle decisioni importanti mi hanno sempre lasciato fare senza mai mettermi in difetto se sbagliavo. Per questo, tutt’oggi, li ringrazio di cuore per avermi fatto fare le mie esperienze, nel bene e nel male, senza mai intervenire, trasmettendomi sopratutto, il rispetto per le persone ed una grande pace interiore.”
Sons : “Il tuo spot italiano preferito?”
Nik : “Tutti, basta che franga un onda e ci sia qualche amico con cui condividere le onde. Adoro il mare e le onde.”
Sons : “Hai fatto molti viaggi? Dove?”
Nik : “Faccio prima a dirvi dove non sono ancora stato e quindi dove mi piacerebbe andare; Hawaii, Norvegia, Mentawaii, Parte Sud dell Africa, Israele, Isola di Pasqua, Patagonia, Cile, Nuova Zelanda e Philippine.”
Sons : “Il viaggio che ti ha segnato di più?”
Nik : “Ogni viaggio ci lascia qualcosa, ogni viaggio è una esperienza di vita, ma ancora oggi ricordo nitidamente due bellissimi suf trip. Uno organizzato dalla storica rivista SurfNews che purtroppo non esiste più ( a quei tempi i titolari erano Nicola Zanella ed Emiliano Mazzoni) assieme a Francesco Palattella, alle Isole Ebridi. Un viaggio fuor dai comuni canoni di quei tempi; un posto che consiglio vivamente e tutti. L’altro è il mio primo viaggio in Australia, fatto con Poli Alessio, compagno di mille avventure e surfate. Un mese trascorso in Gold Coast. Un viaggio ricco di avventure al limite della immaginazione, onde di ogni tipo e tanti squali, nel quale per la prima volta ho capito cosa significa fare il surfista professionista avendo trascorso tutti i miei giorni a contatto con professionisti del team Quiksivler International.”
Sons : “Qual’è l’onda che ti viene in mente quando pensi al surf ?”
Nik : “Senza dubbio l’onda sulla quale ho trascorso più tempo fino ad oggi. L’onda del Pontile di Forte dei Marmi! Un onda incasinata, correntosa e con un colore dell’acqua marrone. Un onda difficile e molto veloce, che spesso, mi ha regalato delle session indimenticabili. Session assieme ad amici di vecchia data con i quali chiudevo la giornata con una birra ghiacciata al mitico BullDog Cafè di Forte dei Marmi.”
Sons : “Te che sei a contatto con i giovani ( come allenatore della nazionale ) credi che si sia perso oppure no il vero spirito del surf? Cioè prima era uno stile di vita… ora lo è sempre?”
Nik : “Questa è una domanda molto difficile a cui rispondere. Io credo che ad oggi le nuove generazioni sono molto più avvantaggiate rispetto alle trascorse. La tecnologia ha accelerato tutto ed è diventato più facile surfare nel migliore dei modi ed imparare a surfare un onda; le mute sono sempre più calde ed elastiche e di conseguenza si può sempre surfare tutto l’anno in comodità e reperire una tavola adatta alle proprie esigenze è facilissimo. Forse tutta questa accelerazione fa si che si perdano per strada dei pezzi, a volte importanti.Quando ho iniziato a surfare, non esistevano le previsioni online sulle onde ed ho imparato lentamente e accuratamente a leggere il mare, il vento, le nuvole e tanto altro. Questo mi ha permesso di avere una buona conoscenza di questi elementi e soprattutto mi ha permesso di apprezzare anche tutte queste cose che la natura ci mette davanti. Molti dei giovani di oggi forse non riescono ad apprezzare questi elementi, la tecnologia gli permettere di saper a grandi linee quando e dove ci saranno onde. Per me amare il mare, rispettarlo e conoscerlo in ogni sua forma e misura è a mio avviso un aspetto del vero spirito del surfista che forse oggi si stà lentamente perdendo. Naturalmente non parlo di tutti, ma sono molti i casi nei quali questa cosa avviene. Di sicuro, quello che posso dirvi è che chi impara ad amare il mare e a rispettarlo ha di sicuro già messo una casella importante in quello che dovrebbe essere l’aspetto di ogni surfista. Quindi, mi auguro che molte scuole che introducono le persone in questo mondo, insegnino sopratutto a rispettare il mare e a tenerlo pulito. Questo è a mio avviso l’aspetto più importante di un surfista ai tempi d’oggi. E per ultimo, ma non meno importante, riuscire ad insegnare ai giovani e alle persone che iniziano questo sport che il rispetto delle persone e delle regole ci porta ad una forma di pace in acqua che non ha prezzo.”
Sons : “A livello agonistico com’è cambiata la preparazione al surf ?”
Nik : “Negli ultimi anni, con l’implementarsi delle competizioni, l’aumento dei surfisti nelle gare e l’arrivo delle nove generazioni sempre più incentrate su trick innovativi, la preparazione fisica e mentale dell’atleta, hanno svolto un ruolo fondamentale per il conseguimento di buoni risultati. Sopratutto, i trick di nuova generazioni richiedono sempre di più una forma fisica eccellente ed in vista delle gare agonistiche su onde artificiali credo che questo aspetto sarà sempre di più preso in considerazione dai tecnici e dagli atleti. Il fatto che il Giappone, stia facendo enormi passi nelle competizioni surfistiche Internazionali ci fa capire benissimo che l’allenamento fisico e mentale sia di gran lunga superiore alla qualità delle onde che un atleta può surfare ogni giorno. Non mi stupirei tra dieci anni vedere nel circuito mondiale WSL sempre più atleti di questa nazione. Nei Mondiali ISA lo hanno già dimostrato, e a seguire, visto gli enormi passi in pochi anni, c’è la Cina! Queste nazioni, discutendo con i loro tecnici, durante i recenti mondali ISA ad Huntington Beach in California, stanno applicando sui loro atleti le migliori tecniche di allenamento fisico e mentale, con molta dedizione e determinazione, tipica di queste Nazioni. Una delle mie missioni è quella di far capire questi aspetti ai ragazzi che cercano di divenire dei surfisti professionisti o semplicemente vogliono migliorarsi.”
Sons : “Come vedi i giovani di oggi ? Sinceramente ,mi sembra che dopo il grande successo di Fioravanti , i giovani di oggi siano più competitivi.”
Nik : “Leonardo Fioravanti ha dato al surf Italiano una grande scossa, e di conseguenza, tutti i giovani che iniziano hanno come lui un punto di riferimento che fino ad oggi non avevano. Pensare che un Italiano è entrato nel WSL fino a qualche anno fa era impensabile, e pure è successo.Un grande lavoro però, secondo me molto influente, lo stanno facendo le numerose scuole che avvicinano al surf i più giovani. Associazione come BlackWave hanno dimostrato che impegno e dedizione per questo sport possono dar vita ad una ondata di freschezza in questo settore. Insegnare il surf e avvicinare nel migliore dei modi i giovani all’agonismo, invogliarli a competere in maniera sana, con principi e serietà. Un percorso che molte scuole oggi affrontano e che ha dato vita a gruppi appartenenti a club e associazioni vogliose di dare tanto a questo sport. Gare, incontri, viaggi, esperienze, amicizie, tutto questo crea una generazione pronta a confrontarsi e che a sua volta seguirà, negli anni, ad alimentare la fiamma Italiana di questo sport.”
Sons : “Un ragazzo che vuole iniziare e praticarlo come vero e proprio sport, quanto deve viaggiare e investire per arrivare ad ottenere risultati buoni ?”
Nik : “Molto. Purtroppo non essendoci onde tutti i giorni in Italia per tentare di divenire un surfista professionista bisogna viaggiare molto, competere molto, ed allenarsi molto. Tutto questo comporta grossi sacrifici e molte spese da parte delle famiglie.”
Sons : “Torniamo a te… te come viaggiatore, come vedi lo stato dei nostri mari?”
Nik : “Viaggiando molto mi rendo conto che sono davvero pochi quei paesi che stanno cercando di rimediare ai danni fatti nel corso dell’esistenza umana. Danni mostruosi, che hanno inciso molto la natura e la nostra terra. Ognuno di noi dovrebbe documentarsi su quello che sta succedendo ai nostri mari. Dovremmo cercare di tenere il mare e le spiagge pulite, anche solo portando via dalla spiaggia la plastica che si trova a fine di ogni session. Forse, se ogni persona presente sulla terra avesse a cura queste cose, la situazione piano piano cambierebbe. Tutti dovrebbero parlare di come il nostro pianete è inquinato, le scuole dovrebbero insegnare ai giovanissimi come si cura il nostro pianeta. I programmi televisivi dovrebbero mostrarci cosa sta succedendo più spesso. Colgo l’occasione per mandare un massaggio a tutte le scuole di surf Italiano e a tutti i surfisti. Cerchiamo di inquinare il meno possibile e di tenere pulite le nostre spiagge! Insieme possiamo rallentare questo percorso di degrado e vale tentare, perché il nostro mare, dove surfiamo, merita anche di un piccolo gesto, visto la grandi emozioni che ci regala! Recentemente, durante un surf trip alle Isole Maldive sono rimasto scioccato dopo aver visto le condizioni degli atolli deserti; migliaia di pezzi di plastica e derivati sparsi a tappeto su tutti gli atolli nei quali non sono stati costruiti dei villaggi turistici e sacchi di spazzatura gettati in mare aperto dalle navi che circumnavigano quelle Isole. Sono rimasto davvero scioccato, e questo so che è solo una piccola parte di inquinamento che l’uomo sta creando ogni giorno!”
Sons : “Progetti a breve e lungo termine?”
Nik : “I progetti sono alla base della mia crescita personale e professionale. Nel corso degli anni, molti sono andati a buon fine e tanti altri no. Io dico sempre che non bisogna mai mollare davanti alle difficoltà e cercare sempre di proporre qualcosa di nuovo senza mai fermarsi. Ho avuto la fortuna di trovare lungo il mio percorso, aziende fatte da persone che hanno creduto in me ma anche molte persone pronte a sminuire il mio operato in ogni modo e con ogni mezzo, per le quali non riesco a provare rancore.Uno dei progetti che ho più a cuore, è quello del supporto di surf coaching per surfisti che vogliono migliorare il proprio surf. Un progetto che attualmente mi ha permesso di lavorare a stretto contatto con la Federazione Italiana FISW Surfing, la quale mi ha dato la possibilità di partecipare come Coach a vari eventi Internazionali come i campionati del Mondo e gli Europei ISA. Eventi nei quali mi sono potuto confrontare con i migliori Coach al mondo cercando di assimilare più informazioni possibili per poi trasmetterle ai nostri giovani atleti. Oltre a questo, continuo nella crescita e sviluppo del progetto Surf Culture e collaboro da diversi anni con l’azienda Twinsbros Surfboards. Per il futuro, ho in ballo diversi progetti legati al turismo sportivo in Sardegna, dove attualmente vivo con la mia compagna Carolina e mio figlio Brando di 8 mesi.”