Il podcoast di oggi cercherà di analizzare le cause degli inneschi di queste perturbazioni in Mediterraneo. Inoltre cercheremo di capire meglio quali saranno gli impatti del cambiamento climatico globale sulla tempestosità sia negli Oceani che in Mediterraneo, considerato spesso un mare relativamente sicuro e teoricamente protetto da mareggiate distruttive.
Scopriremo che non è proprio così poiché la natura morfologica di bacino semi-chiuso, la sua latitudine e la presenza di grandi sorgenti di calore a sud (i deserti nord-africani) e catene montuose importanti e relativamente vicine al mare a Nord, espone il Mediterraneo a una serie di forzanti metereologiche che ne fanno uno dei settori dell’emisfero nord più attivo in termini di attività ciclonica, con ripercussioni importanti sul clima meteomarino.
Una delle caratteristiche principali del Mediterraneo è la stagionalità, con gli eventi di tempesta generalmente concentrati da metà autunno fino ad aprile, ed estati generalmente caratterizzate da fasi di calma meteomarina piuttosto importanti.
Tuttavia, recenti studi scientifici hanno individuato, negli ultimi 40 anni, una variazione nella distribuzione stagionale con più eventi nel periodo estivo e meno eventi in quello invernale. Il dataset statistico deve essere comunque ampliato al fine di corroborare meglio questi dati che potranno essere confrontati con quelli pre-industriali (ovvero nei millenni precedenti al 20° secolo)
dove è stata riscontrata una correlazione tra periodi con temperature medie minori e aumento della tempestosità. In particolare sarà importante riuscire a quantificare meglio gli impatti del riscaldamento sia atmosferico sia della superficie del mare sull’intensità e sulla frequenza delle tempeste Mediterranee. Le immagini del 2018 devono servirci da lezione e abbiamo bisogno di serie statistiche e modelli per confermare quelle che per ora sono solo impressioni.