Podcoast

Episodio 6. Plastiche amare

L’inquinamento marino da plastiche è sicuramente uno dei temi più attuali legati alla conservazione del mare. In questo episodio di Podcoast lo affronteremo in modo scientificamente rigoroso, basandoci sulle novità emerse dalle ricerche degli ultimi anni, soprattutto in Mar Mediterraneo.

I rifiuti plastici rappresentano oltre l’80% del marine litter, ovvero di quel materiale solido scartato, abbandonato intenzionalmente, o perso in ambiente marino e costiero. A differenza dei rifiuti naturali, come legno, alghe, foglie, i rifiuti plastici causano forti impatti su pesci, uccelli e mammiferi marini. Oltre a questi impatti di tipo fisico, i rifiuti di plastica sono pericolosi per gli organismi viventi anche a causa delle sostanze chimiche tossiche a essi associati, oppure i microorganismi che possono colonizzarne la superficie.

Studi recenti hanno stimato che 5,25 miliardi di miliardi di frammenti di plastica galleggiano alla superficie degli oceani, per un peso complessivo di 270 mila tonnellate. Questi rifiuti galleggianti rappresentano tuttavia una frazione minima (appena l’1%) del peso totale di rifiuti plastici che ogni anno si riversano negli oceani. Tuttavia la maggior parte di questi accumuli di plastica è accumulato sul fondo marino anche a grande profondità e una parte è forse troppo piccola per essere identificata tramite gli attuali mezzi di osservazione.

Una situazione veramente preoccupante insomma, ma fortunatamente ci sono molte persone che si sono messe in prima fila per combattere questo problema, sia nel mondo della ricerca sia nella società civile. E in questo episodio abbiamo la fortuna di poter intervistare una delle grandi esperte di plastiche in Mediterraneo, ovvero Tosca Ballerini, che è dottore di ricerca in Ecologia e Biologia e responsabile scientifico di Expedition Med, un’associazione francese che da oltre 10 anni si occupa di raccogliere dati scientifici sulle plastiche in Mediterraneo.   Con lei parleremo delle sfide che ci attendono nel futuro prossimo per migliorare la situazione drammatica delle microplastiche in mare.

Episodio 6. Plastiche Amare
Episodio 6. Figura 1

Expédition MED, in collaborazione con diversi partner scientifici e numerosi volontari, ha studiato la plastisfera nel Mare Mediterraneo attraverso numerose campagne in mare (Figura 1). I loro risultati hanno identificato che sui rifiuti di plastica ci sono delle alghe capaci di originare delle fioriture algali tossiche, oppure dei batteri potenzialmente patogeni per gli organismi marini.

La plastisfera è un nuovo e complesso ecosistema marino composto dai rifiuti di plastica e dai microorganismi che ci vivono sopra. Colonizzati poche ore dopo l’ingresso in acqua, i polimeri plastici costituiscono un substrato persistente sul quale possono evolversi comunità microbiche composte da alghe unicellulari, batteri, piccoli invertebrati e virus, alcuni dei quali potenzialmente pericolosi per gli organismi marini e per l’uomo.

Episodio 6. Plastiche Amare

Dai microbi agli invertebrati (in figura 2 vedete una foto al miscroscopio elettronico di un atropode attaccato a microplastiche), molti organismi sono sempre stati trovati attaccati su substrati rigidi galleggianti come alghe, piume, pezzi di legno o di pomice. Ciò che rende unica la plastica nella sua capacità di agente dispersivo, è la sua longevità rispetto alla maggior parte dei substrati naturali e la sua capacità nel percorrere lunghe distanze e quindi di trasportare organismi potenzialmente patogeni o invasivi un po’ dappertutto nel mare.

Se siete interessati alle attività di Expedition Med troverete qui tutte le informazioni.

http://www.expeditionmed.eu/fr/  oppure contattare direttamente Tosca Ballerini all’indirizzo mail toscaballerini@expeditionmed.eu

ascoltate la lezione audio qua sotto :

Prof. Matteo Vacchi

Prof. Matteo Vacchi

Professore di scienze della terra all'università di Pisa

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