Episodio 127 Valerio Mastracci

Episodio 127 Valerio Mastracci

Eccoci all'inizio della settimana, come anticipato qualche giorno fà sui social, vi vogliamo raccontare di un altro grandissimo del nostro sport ... lui è Valerio Mastracci, uno che insieme ad altri "mostri sacri"come Sole Rosi, Marco Romano e qualche altro, hanno fatto veramente la storia del surf labronico ... loro appartengono alla seconda generazione dei surfers, quella dove si è passati dalle tavole da windsurf adattate al surf con laccini fatti con corde legate alla caviglia a tavole specifiche con materiali tecnici ... Valerio ci torna difficile da intervistare perchè oltre ad un compagno di surf è stato ed è un amico nella vita di tutti i giorni ... abbiamo condiviso tanto ... ma iniziamo altrimenti scriviamo ore e ore ...

Sons : ” ciao Valerio, raccontaci chi sei e cosa fai nella vita … “

Valerio :Mi chiamo Valerio Mastracci, ho 44 anni e ho una famiglia composta dalla mia compagna Valentina e da nostro figlio Edoardo. In estate gestisco uno stabilimento balneare nel golfo del Quercetano a Castiglioncello, che da molti anni ormai è diventato il mio home spot estivo e da fine settembre a maggio sono totalmente immerso nel mondo della pesca in barca a 360 gradi.”

Sons : “quando hai iniziato a fare surf ? come e dove ?”

Valerio : Ho iniziato a fare surf a inizi 1990, era una giornata di libeccio e a quei tempi usava ancora surfare ai 3 ponti con mare attivo e ventoso, uno spot da disperazione, con windsurfers che ti facevano il pelo tra onde marroni e alghe galleggianti. Ma andava bene così perché ti facevi la gavetta e gli anticorpi contemporaneamente a causa dello sfociare del Rio Ardenza. Eravamo sulla spalletta in 4/5 amici a commentare i surfers in acqua, molti cadevano senza riuscire a montare in piedi e io ridevo prendendoli in giro, a quel punto un amico si girò verso di me ed esclamò: Ma se sei tanto bravo te, perché un ci provi ??? A quel punto il mio carattere non poteva tirarsi indietro e chiesi in prestito una tavola al primo che capitava. Era Moreno, detto “Morenone di Piazza XX “ che era appena uscito dall’acqua e mi presto la sua tavola, con pinnette a scassa con dado del 13 e una corda al posto del laccino, tanto da farti andare in cancrena il piede al secondo duck sbagliato, ma andava bene così, tutto mestiere che entrava nelle ossa. Io venivo da 5 anni di skate e mini ramp, con già un malleolo rotto in 2 parti e 2 commozioni celebrali ( i lettori si diranno : Ah ora abbiamo capito tutto ) quindi un po di equilibrio era già maturato e alla prima onda…taaacc, subito in piedi e come per magia fu amore al primo istante. Comprai per 50 mila lire quella tavola a Moreno che la sera quando tornavo a casa pesava circa 15 kg, ma se la mettevi a testa in giù, visto che la punta era rotta, la mattina pesava 10 kg meno come per magia, da tutta l’acqua che usciva, fu l’inizio del grande amore. “

Sons : cosa ti ha spinto a fare il surf ?”

Valerio : Non è tanto cosa mi ha spinto a farlo, ma bensì cosa ci ha tenuti insieme per sempre fin dal primo giorno che ho provato. E’ un legame, un sentimento, un tessuto la cui trama si cuce alla tua pelle e arriva al cuore e da quel momento, non avrai altro in testa che fare surf. Poi con il tempo arriveranno il lavoro, la famiglia, i figli e i molti impegni della vita che ruberanno solo il tempo a questa tua passione, ma non l’amore.”

Sons : che rapporto hai con il mare ?”

Valerio : Io vivo il mare 13 mesi l’anno, c’ho anche la tredicesima … a parte gli scherzi, come detto in precedenza gestisco uno stabilimento balneare in estate e dall’autunno alla primavera vivo 8 mesi in barca praticando pesca sportiva, continuando però a fare surf tutto l’anno. Finita la carriera agonistica sul surf ho iniziato con la pesca sportiva, partendo dai campionati provinciali, passando ai regionali fino al campionato italiano individuale e a squadre. Ho disputato un campionato del mondo in Croazia e uno in Portogallo, sempre nella disciplina natante, che è una sorta di bolentino dalla barca con canna e mulinello, sfidando altri pescatori sulla stessa barca. Oggi come anni fa nel surf ho i miei sponsor nella pesca, sono un atleta e promoter per la Colmic, una grande azienda fiorentina che produce attrezzature da pesca di altissimo livello e distribuisce in tutto il mondo. Gli altri sponsor sono Seagame, un cantiere in provincia di Latina che produce bellissimi fisherman totalmente made in Italy, Suzuky per la parte propulsori, Humminbird per l’elettronica di bordo e Minn Kota che mi ha messo a disposizione l’innovativo motore elettrico di prua. Nel 2019 è stata varata Gargantua, la nuova imbarcazione modello Seagame 250cc VM, le ultime iniziali rappresentano il mio nome, perché abbiamo impiegato 8 mesi per personalizzare questa macchina da pesca tecnologicamente avanzata e di ultima generazione, con la quale molti pescatori e principianti possono venire a passare una giornata di pesca con me. Il mio rapporto con il mare è di completa stima e rispetto, lo ritengo un amico, un compagno di vita e soprattutto un immensità con la quale sfogarsi, raccontarsi e confidarsi , perché anche se sembra non rispondere mai, lui ti abbaglia con la sua bellezza, con i suoi tramonti e le sue tempeste, dalle quali ognuno di noi e sempre con il massimo rispetto, può ricavarne una fonte di meditazione. Il mare mi tiene vivo e surfando riesco ad avere un minimo di allenamento, per non parlare poi della pesca, con la quale riesco a far mangiare ottimo pesce a tutta la mia famiglia senza spendere soldi per acquistarlo, che a volte anche spendendo non si acquista un prodotto come quello appena pescato.

Sons :cosa ti regalava e cosa ti da oggi il surf ?”

Valerio : Il surf mi ha regalato amici fin da subito e molti dei quali lo sono tutt’oggi, viaggi alla scoperta di nuovi posti e onde magnifiche, tante risate e tante belle ragazze. Le soddisfazioni più belle che mi ha regalato sono sicuramente legate alla parte agonistica con l’ingesso nella Nazionale Italiana e le varie gare a livello internazionale, perché indossare il tricolore è qualcosa di magnifico e difficile. Oggi mi dona momenti di pausa, attimi di relax ed ancora quella vena di adrenalina che sale quando surfo un onda grossa, visto che le piccole onde non mi piacciono un granché.”

Sons : come vedi cambiato il surf ?”

Valerio : Mi riallaccio alla domanda precedente, aggiungendo che oggi vedo un surf molto cambiato soprattutto sotto l’aspetto di crescita e formazione giovanile. Se il mare sforna onde piccole e mosce, possiamo ammirare con stupore un agglomerato di soft top con ragazzini di ogni età alla quale non è stato insegnato alcuna regola o precedenza. Bada bene, sono felicissimo di vedere in mare decine e decine di nuovi bambini e adolescenti a surfare, invece che stare sul telefonino o al pc o a bighellonare. Il surf è meraviglioso ed è bello vederli avvicinare al nostro sport, che in molti casi insegna il rispetto per il mare e sensibilizza ulteriormente, oltre ad essere uno sport sano e faticoso che fa bene al fisico e dona al surfer una confidenza con onde e correnti senza eguali, che potrebbe essere utile a se stesso e ad altri. Ma spesso ho dovuto rinunciare a buttarmi in acqua, evitando di litigare o affettare con pinnette in carbonio, una marea di persone che partivano contemporaneamente sulla stessa onda. Questo non va bene, perché ai miei tempi se toglievo la precedenza a qualcuno e mancavo di rispetto, mi prendevano per un orecchio e me lo allungavano come gli elfi, non si scherzava. Il surf oltre ad essere bello è anche pericoloso, perché non tutti surfano con tavole morbide e pinne in gomma, quindi le regole servono soprattutto a non farsi male, che è la cosa principale da imparare e insegnare ai principianti. Per il resto i giovani surfers sono molto avvantaggiati, oggi ci sono delle tecnologie evolute e ormai abbiamo alle spalle molti anni di esperienza sotto l’aspetto shape, possiamo avere delle tavole e delle mute che ai miei tempi erano fantascienza. In Italia vedo alcune nuove leve di alto livello e spero che si continui ad alimentare questo sport nella maniera più sana e corretta.”

Sons : cosa ti manca di quei tempi ?”

Valerio : Di quei tempi cosa mi manca ??? Deh !!!! Che un facevo una sega e surfavo come un dannato … ahahahahah !!! Oltre alla cabina telefonica a gettoni, alla ragazza che ti piaceva e la dovevi aspettare sulla panchina tutto il giorno per vederla, senza whatsup o altro, gruppi musicali VERI che sfornavano album pazzeschi e noi con falò, birrino e chitarrina si dormiva sulle spiagge con il libeccio aspettando l’alba in scaduta, mi ci viene i brividi al pensiero guarda. Ricordo ancora un viaggio a Biarritz in treno, partimmo dalla stazione di Livorno in 52 ragazzi, tutto il gruppo dei Bagni Fiume, Bagni Pancaldi e Bagni Roma. Il treno era autogestito, mancava solo che si guidasse noi poi s’era a posto. Il campeggio era nostro, un delirio, partii a metà luglio tornai a settembre, era il 1996.”

Sons : ci ricordiamo ancora una foto del Sale con te su di un’onda enorme “L’ondaccia”, ci ricordi quell’episodio ? noi eravamo presenti …”

Valerio : L’ONDACCIA, fu credo la prima foto di un surfer italiano ad essere pubblicata oltre oceano sulla famosa rivista SURFER nel 1995, fu proclamata l’onda più grossa surfata e fotografata d’Italia e da li, fu inventata la rubrica “ l’Ondaccia “ che vedeva ad ogni uscita in edicola di SurfLatino, qualcuno che provava a battermi, beh … per diversi numeri non ci riuscì nessuno, poi non ricordo chi, ebbe un magnifico scatto alla Marinedda, onore a lui. Ricordo ancora che in mare al Sale quel giorno eravamo in 6/7, aveva fatto un libeccio pauroso fino alle 12 ed improvvisamente girò a tramontana, quando da lontano vedemmo arrivare queste onde anomale giganti, iniziammo tutti a scappare per non essere travolti e superarle ma, ad un certo punto mi fermai e mi girai. Qualcuno mi urlò : “ma dove vaiii o brodoooo”, mentre invece la voce di Marco Romano fu risonante : “Vaiiii Mastripsss!!!!”. Dentro di me pensai : come va non lo so, ma di sicuro sulle riviste ci andiamo… e remai su quella montagna d’acqua che dopo un bottom turn con una 6,2 mi mise in parete e venne buio, visto che il sole sparì e un grosso tubo lungo diversi metri mi inglobò. Laccino tagliato, io sbattuto sul fondale diverse volte e il grande Paolo Malacarne che a metà strada mi regalò un pit stop facendomi riposare sulla sua tavola, visto che dovevo uscire a nuoto per tornare a terra in una situazione non tanto semplice. A terra delle condizioni della tavola me ne fregava poco, furono più gli applausi delle tante persone che erano li a guardare quella epica giornata e i fotografi che mi comunicavano che tutta la sequenza era stata scattata, a rubare la mia attenzione, tanto da non farmi neanche accorgere che il ginocchio scianguinava. Fu un onda rischiosa, che terminò la mia sessione, ma visti i risultati editoriali e che ancora oggi se ne parla, credo che un po di storia l’abbia fatta ed io, personalmente la porto ancora dentro di me come un’esperienza pazzesca.”

Episodio 127 Valerio Mastracci 

Sons : quale onda del mondo porti nel cuore ?”

Valerio :In Italia porto nel cuore la mia amata “ Bua del Sarago “ ai Bagni Fiume, Livorno. Nel mondo ho conosciuto e surfato uno spot alle Mentawaii di nome Bank Vaults, una destra che a disegnarla verrebbe peggio, in un posto che ho voluto fortemente vedere, non facile da raggiungere ma che mi ha lasciato addosso la più grande emozione surfistica della mia vita. Una mattina entrammo in acqua io e Thomas Mancino, “DJ MANGIO” per i Mentawaiani, eravamo soli con un paio di metri d’onda quando da lontano una barca lasciò in acqua tre ragazzi, quando arrivarono sul picco, Thomas mi disse : Insomma via, siamo soli oggi. Erano Shane Dorian, Phill McDonald e Dave Rastovich, oltre a noi cinque nessuno sullo spot. Fu una giornata epica fatta di onde trasparenti che lasciavano intravedere il corallo colorato scorrere sotto di noi ad alte velocità, fatta di quei tubi che hai sognato una vita, in piedi e con la mano che carezza la parete, avrei voluto piangere come un bambino dalla felicità. La molta attenzione che dovevi fare nel non sbagliare le partenze, l’adrenalina nel surfare le onde e l’emozione di quelle chiacchierate con quei tre fenomeni, non ci avevano fatto sentire il mare crescere, o meglio non ce ne eravamo accorti. Solo finita la session e tornati alla barca capimmo tutto, quando il fotografo Frankye Ardinal ci mostrò gli scatti che ci aveva fatto, con onde di oltre tre metri e mezzo in bassa marea, che ancora oggi dichiaro la mia giornata di surf più strabiliante in assoluto. Ho surfato in Francia, Spagna, Portogallo, tutte le Canarie, il South Africa per quasi un anno, poi in Costa Rica e in Messico alla Mex Pipe, Indonesia per sei volte e Thailandia.”

Sons :raccontaci qualche aneddoto simpatico vissuto con la nazionale ?”

Valerio : Beh con la nazionale mi verrebbe da raccontarne tanti, come quando andammo di notte a Lisbona io e Marco, agli Europei nel 95, accompagnati da due folli portoghesi che avevano una macchina da rally e la guidavano in strada, la prima cosa che che ci dissero appena saliti dietro fu: “allacciate le cinture”. Saltavano i dossi dei ponticelli volando per aria, tra controsterzi e staccate e noi che un si sapeva se ridere o piangere ma, tornammo sani e salvi a Playa Grande. Ma la mia parentesi preferita fu ai campionati del mondo a Lacanau in Francia, io fui l’ultimo a gareggiare alle 19 di sera, quasi a buio, c’era una grande mareggiata con onde oltre i tre metri e tutti i componenti della squadra non avevano passato il turno, qualcuno tra gli junior come me non entrò neanche in acqua. Ricordo ancora oggi, ero solo sulla spiaggia aspettando il mio turno, con l’accappatoio e la tavola, sotto la pioggia, quando arrivarono Maurizio Spinas, Alessandro Dini e Nino Lauro. Vennero da me e mi dissero: Valerio le onde sono molto grosse e non hai mai surfato l’oceano, sei rimasto solo tu in gara e se non te la senti, noi ti capiamo, puoi ritirarti e così domani mattina facciamo le valige e torniamo a casa. Io mi girai verso di loro e dissi : “Indosso il tricolore, ho la maglia della nazionale italiana e sto per esaudire il sogno della mia vita, entrare in acqua per una batteria ad un campionato del mondo di surf, non solo entro in acqua, ma vado dritto sul picco a prendere le bombe, io non mi ritiro”. Entrai in acqua, presi 3 bombe e mi aggiudicai la batteria contro un neozelandese, un portoghese e un israeliano. I fatti sono scritti su una rivista del 1992, oltre ad avere il piacere ogni volta di ricordare quelle mie frasi con Maurizio Spinas e Alessandro Dini ed emozionarci insieme ogni volta. Il mio passaggio di turno fece ripescare diversi miei compagni di squadra e ci fece stare un altra settimana a Lacanu.”

Sons : chi ti piaceva veramente tanto dei surfer italiani dell’epoca , ovviamente surfisticamente parlando !”

Valerio : Il surfer che ammiravo di più era Marco Romano, una potenza inaudita, manovre esplosive, polivalente sia regular che goofy, uno dal quale ho imparato tanto e che mi ha sempre sostenuto prima di ogni mia batteria, un amico sincero con il quale ho condiviso quasi tutte le gare in Italia e le trasferte con la nazionale. “

Sons :hai viaggiato tanto e quindi avrai visto e vissuto molte situazioni ambientali diverse … dove hai trovato la peggiore situazione e perché ?”

Valerio : Ricordo ancora oggi la prima volta che andai a Bali e vidi la spiaggia di Kuta, pensai subito ad un guasto alle fognature o ad un carico di rifiuti perso da una nave, la spiaggia era ricoperta da plastica e le onde erano piene della stessa materia.  Bicchieri, cannucce, bottiglie, buste, accendini e tutto ciò che in plastica l’uomo possa aver prodotto dalla nascita delle fabbriche. Da quella volta sono tornato a bali altre 5 volte e purtroppo, ogni volta realizzavo sempre più che non era dovuto ad un singolo incidente o episodio ma che il mondo stava andando verso la direzione in cui ci troviamo oggi, quasi ad un punto di non ritorno.”

Sons : credi che si possa ancora fare qualcosa per rimediare ai danni fatti fino ad oggi ?”

Valerio : Credo sia difficile ma non impossibile, non ce la faremo mai se il mondo intero non inizia a voltare pagina e a cambiare modo di vivere, dal sistema produttivo a quello dello smaltimento, ai combustibili ed il loro trasporto mondiale. Gli ultimi anni ormai sono stati palcoscenico di disastri ambientali agghiaccianti, da petroliere spezzate a foreste incendiate, da piattaforme petrolifere esplose in oceano allo scioglimento dei ghiacciai dovuto all’innalzamento delle temperature sempre per colpa dell’uomo, perché il successo e il potere stanno uccidendo l’unica casa che abbiamo, per il Dio denaro. Stiamo disboscando gli unici polmoni che la terra abbia a disposizione, sterminando specie animali che ormai vedono nell’essere umano la loro unica e grande minaccia. Potremmo aiutare la terra con le molte energie rinnovabili come la idrica ed eolica, quella solare e l’idrogeno, ma qualcuno non ci marcerebbe abbastanza e quindi si sceglie di andare avanti sulle solite strade, e a scegliere non è mai chi è in crisi o sta morendo ma chi ha fame di potere e ricchezza.”

Sons : vuoi raccomandare qualcosa ai lettori ?”

Valerio : Credimi, non saprei proprio da dove iniziare, perché sarebbe rivolto soprattutto ai più giovani e non certo ai lettori della mia età e ai più grandi. Credo che in molti la pensano come me riguardo ad una società molto cambiata, che ha perso di vista totalmente l’educazione e il rispetto, i valori e i principi, stavamo sicuramente meglio quando avevamo meno ma più genuino, compreso il servizio militare che farebbe molto ma molto bene ai giovani di oggi.”

Sons : fatti una domanda che vorresti che ti facessi io e datti una risposta …”

Valerio : Valerio hai mai smesso di fare surf per un periodo?  Ho subito un infortunio nel 2014, una compressione vertebrale delle L2 / L3 / L4 / L5 atterrando da un floater durante una grossa scaduta, purtroppo l’infortunio è stata la goccia finale di un affaticamento ed un infiammazione alle stesse vertebre causata dal lavoro che faccio. Il 2014 fu una stagione drastica, con solo nel mese di luglio 23 giorni di pioggia e in tutta la stagione abbiamo avuto circa una trentina di mareggiate tra grandi e piccole, ma purtroppo chi non conosce il nostro stabilimento non può capire. Noi abbiamo una piattaforma di cemento con le prime file a pari dell’acqua, che è solamente 30/40 cm sotto il livello della piattaforma, quindi bellissimo quando il mare è calmo e sensibile al mare allo stesso tempo, nel 2014 abbiamo smontato e rimontato il bagno quasi una sessantina di volte da aprile e settembre. Non avendo spiaggia dobbiamo posizionare gli ombrelloni con le classiche basi di cemento che pesano circa 20 kg l’una, ne abbiamo 48 ed ogni volta vanno tolte e rimesse, con la movimentazione delle basi di cemento danneggiai la mia schiena fino al giorno dell’infortunio durante la sessione di surf. Dopo una settimana bloccato a letto e oltre un anno di riabilitazione e pausa da ogni sport, ho ripreso a fine 2015 a fare surf, e piano piano ho ritrovato una forma fisica della quale oggi, sono soddisfatto. Negli ultimi due anni ho surfato molto di più, trovando un ottima confidenza soprattutto con l’ultima tavola che nelle scorse sessioni mi ha regalato belle manovre, velocità e resistenza. Non ho mai smesso di fare surf, non smetterò mai di farlo e soprattutto non smetterò di rompervi i coglioni sul picco. “

Sons : vuoi salutare o ringraziare qualcuno ?”

Valerio : Saluto tutti quelli che mi vogliono bene e li ringrazio, perché riconosco di avere un carattere pessimo e chi mi sopporta va ringraziato, visto che essere schietti e sinceri a questo mondo, ti crea più nemici che amici, ma meglio averne pochi e buoni che tanti e inutili. Saluto tutti gli amici e compagni di picco dei Bagni Fiume, almeno non corro il rischio di dimenticare qualcuno. Ringrazio chi non ha mai smesso di credere in me nell’ambito della Nazionale Italiana, tutti i coach e il Presidente Alessandro Dini. Ma voglio ringraziare una persona in particolare alla quale voglio molto bene, che nel circuito e fuori mi ha trattato come un figlio, perdonato e difeso quando combinavo qualcosa, dimostrandomi ieri e tutt’oggi un affetto sincero e genuino, un grazie enorme a te Maurizio SpinasSaluto e ringrazio con tutto il cuore Enzo Bargagna, che mi ha cresciuto e allevato nel suo Team Hoasy mettendomi a disposizione tutto il possibile per allenarmi e crescere, trattandomi anche lui come un figlio. Daniel Paez, shaper delle tavole Force Line che mi ha sponsorizzato per molti anni, Alberto Galletti della RT Surfoards e tutti i compagni della nazionale avuti. Mia mamma per non avermi fatto mancare niente e avermi dato la possibilità di intraprendere questo sport che l’ha fatta dannare e non poco tra scuola, viaggi sperso per il mondo senza sentirmi per giorni e tutto il resto. La Colmic per darmi oggi la possibilità di vivere con la pesca le emozioni e le esperienze che sto vivendo, ma un grazie va anche a tutti gli atri miei sponsor, come Seagame, Suzuki, Humminbird e Minn Kota. Last but not least, la mia compagna Valentina, che mi ha reso padre e uomo più maturo, oltre ad essere la mia più grande ammiratrice e sostenitrice in ogni evento, competizione e situazione. Un grazie anche a me stesso, per crederci sempre e non abbattersi mai. W il mare e la topa.”

Non sappiamo neanche che aggiungere, perchè Valerio con questa intervista vi a raccontato e ha fatto capire chi è ... un ragazzo con una forza immensa ma anche molto spirituale ... con tanta spontaneità ! uno che c'ha un sassolino nella scarpa se lo toglie sicuramente ... ha una simpatia innata ... ed oggi è anche un padre stupendo che cerca di trasmettere il meglio possibile il rispetto per il suo amico mare ! un vero sons of the ocean !!!

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