Sons : “Ciao Luca presentati e raccontaci quando e come è iniziata la tua passione per il surf ?”
Luca : “ciao ragazzi, sono Luca, ho 36 anni e sono nato a Torino. Come è noto, Torino è una laboriosa città ai piedi delle montagne. Queste ultime hanno sempre suscitato in me una forte attrazione, sin da bambino. Così appena ho potuto mi sono trasferito sull’arco alpino dove la mia passione per la montagna si è trasformata in passione per il freeride. Dopo una decina di anni passati in val di Susa e al colle del Sestriere mi venne questa strana idea di voler imparare a surfare, non si può vivere di solo freddo, no?! Ai tempi studiavo giurisprudenza così con la scusa di un Erasmus universitario mi trasferii a Tenerife alle Canarie dove ci rimasi per quasi due anni e dove persi del tutto l’interesse nel mio percorso didattico… ma dove nacque l’altra grande passione della mia vita: il surf “
Sons : “ti ha aiutato qualcuno?”
Luca :“Aiutati che Dio t’aiuta.” mi diceva sempre mia nonna. Se si vuole ottenere qualcosa nello sport e nella vita bisogna tirarsi su le maniche ed impegnarsi al massimo. Detto questo, la forza di volontà a volte non basta, io devo ringraziare la mia famiglia che è sempre stata il mio principale sponsor senza farmi mai mancare nulla, fino a quando sono stato in grado di mantenere da solo tutti i miei vizi e le mie passioni.
l’ispirazione me la diede un professore universitario che mi chiamava “il surfista” per il mio aspetto, barba, capelli lunghi e biondi… Ed io non ho fatto altro che assecondare lo stereotipo…”
Sons : “Cosa ti fa amare questa passione?”
Luca : “Lo stato di benessere e di pace interiore che si prova quando bisogna essere concentrati nel presente, i pensieri e le preoccupazioni cessano, ed entra in gioco l’istinto e l’esperienza. L’altro aspetto è il contesto, in particolare la connessione con la natura nella quale si è immersi ed il senso di libertà che ne consegue. Questo vale sia per il surf che per il freeride in montagna.”
Sons : “La passione per il surf ti ha portato a farne un lavoro?”
Luca : “Beh si, d’altra parte la mia carriera da avvocato era finita prima di cominciare. Trasformare la propria passione in un lavoro vuol dire soffrire un pochino meno quando si va a lavoro…”
Sons : “Cos’è la TFR Hossegor Surfhouse?”
Luca : “non è solo una surfhouse, è una grande famiglia, un luogo di pace, è una casa immersa nella foresta piena di persone fantastiche…” cit. Federica (una cliente)”
Sons : “Quanto è importante per te la natura?”
Luca : “E’ fondamentale perché da questa dipende la nostra qualità di vita”
Sons : “Hai viaggiato molto?”
Luca : “Si ma non è mai abbastanza… La Surfhouse è chiusa per la stagione invernale, in questo periodo se non sono sulle mie montagne a fare snowboard, sono in giro per il mondo ad inseguire attimi di piacere scivolando sulle onde.
Grazie al surf conosco bene il centro america (Nicaragua, Messico, Costa Rica, Panama ), poi sono stato in Portogallo, Spagna, Canarie (dove ho fatto un anno di erasmus)… invece grazie allo snowboard sono stato in Canada, Alaska e quasi tutti i paesi dell’arco alpino (Francia, Svizzera, Austria…)”
Sons : “qual’è il posto che ti ha colpito di più in positivo e in negativo ?”
Luca : “L’india è il posto che mi ha colpito di più sia in positivo che in negativo. Nel 2006 sono stato per 6 mesi in India, dove ho avuto l’opportunità di visitare e surfare le leggendarie isole Andaman, un arcipelago di 500 isolette nell’oceano indiano. Le Andamane sono uno degli ultimi posti sulla terra popolati da tribù ed etnie che non sono ancora venuti in contatto con il resto del mondo. Per me che sono un piccolo Indiana Jones mancato, questa è stata una delle esperienze più incredibili che abbia fatto. Invece l’impatto con il resto dell’india… beh, vedere la povertà, la miseria, le malattie, le condizioni di vita precarie di famiglie intere, la sporcizia, l’incredibile inquinamento non posso negare che sia stato un duro colpo. Al tempo ero fidanzato con una antropologa canadese un po’ matta che ricercava esperienze autentiche a tutti i costi. Vivere per un paio di mesi in una delle peggiori slum di Calcutta era una di quelle esperienze a cui lei non poteva rinunciare, così eccoci qui, in uno dei posti più poveri, sporchi e sovraffollati della terra, tra ratti e scarafaggi di tutte le dimensioni, per non parlare dei malati di lebbra senza gambe e braccia, dei bambini orfani senza nessuno al mondo, e quanto di più brutto e triste uno si possa immaginare. Eppure quest’esperienza così estrema invece che consolidare il mio sentimento di compassione per queste persone, ha cambiato completamente la mia visione. All’inizio ero un po’ traumatizzato da tutto questo, col passare del tempo invece ho cominciato a rendermi conto che in generale le persone erano piuttosto allegre e spensierate. Tanti sorrisi, risate, quasi tutti canticchiavano svolgendo le loro faccende, insomma com’era possibile?? nessuno che si accorgeva della situazione deprimente in cui vivevano? come facevano a reagire così al dolore, alle malattie, alla sporcizia, alla povertà, alla mancanza di ogni cosa materiale a cui noi siamo abituati. Riflettendo su questa cosa mi sono accorto che a compensare queste mancanze loro hanno qualcosa che noi non abbiamo: un fortissimo senso di appartenenza alla comunità, un amore incondizionato verso il prossimo che nella vita di tutti i giorni si traduceva in tantissime persone che si aiutano e si sostengono a vicenda senza chiedere nulla in cambio. Un giorno camminando per i vicoli del mio quartiere ho visto tre uomini fermarsi di fronte ad una baracca di lamiera col tetto scoperchiato, i tre ragazzi si sono messi subito all’opera e dopo un oretta di lavoro il tetto era riparato, poco dopo i tre uomini se n’andarono così come erano arrivati, senza neanche aspettare i proprietari di casa per una ricompensa o anche solo per un ringraziamento. Così ho capito che questo banale gesto moltiplicato per milioni di persone con questa mentalità, può fare la differenza. Ecco il segreto di queste persone: il sentimento, l’amore, i rapporti di sostegno reciproco che ormai sono un riflesso automatico della comunità intera… Poche volte in vita mia mi sono sentito così “a casa” ed accettato come in questa slum di due milioni e mezzo di persone poverissime senza acqua corrente o elettricità. A questo punto mi sono vergognato di aver provato pena per loro. Tutti anche i più poveri avevano una certa dignità e questo fortissimo senso di appartenenza causato da UNA CONNESSIONE Più PROFOnda tra le persone. Così ho capito quanto siano superflui tutti i comfort e tutti i beni materiali per i quali lavoriamo come schiavi per la maggior parte della nostra vita, e invece”
Sons : “Situazione mondiale ad inquinamento?”
Luca : “Beh siamo messi male, proprio adesso temperature record, ghiacciai che si sciolgono in maniera allarmante e foreste che bruciano dalla Siberia all’Amazonia. Il cambiamento climatico fa paura. la responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri figli e nei confronti dei figli dei nostri figli.”
Sons : “Credi che siamo ancora in tempo per cambiare direzione?”
Luca : “Spero di si, lo spero per le prossime generazioni, ma non ne sono così sicuro, gli ultimissimi avvenimenti sono preoccupanti…”
Sons : “In Francia sono attenti al problema inquinamento?”
Luca : “qui ad Hossegor sembrerebbe di si, in questa zona della Francia sono attenti, purtroppo però il problema dell’inquinamento è un problema globale “
Sons : “Stanno facendo qualcosa di diverso da noi per cercare di migliorare il problema?”
Luca : “non saprei. però l’unica soluzione che vedo possibile è un cambio radicale di
mentalità attraverso istruzione e campagne di sensibilizzazione, e magari una politica che incentivi l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile …”
Sons : “Hossegor è la california d’europa, com’è vivere lì ?”
Luca : “la qualità della vita è alta, il posto è molto bello, si mangia bene, ci sono onde tutti i giorni… direi che non mi posso lamentare.”
Sons : “A chi consigli di surfare in Francia ?”
Luca : “a tutti… dal surfista principiante, al professionista.”
Sons : “il periodo migliore per le onde ?”
Luca : “Settembre e Ottobre”
Sons : “la prima onda che ti viene in mante quando pensi al surf ?”
Luca : “La Graviere, qui ad Hossegor”
Sons : “Invece quale sogni di surfare prima o poi ?”
Luca : “Non saprei, ci sono tante onde bellissime al mondo. Quello che posso dirti è che spero con tutto il cuore è poter surfare ancora per molti anni, magari insieme a mia figlia, in un mare pulito con tanti pesci”
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