Sons : “ciao, fai una presentazione … “
Mau : “Maurizio Coppola, 52 anni, lavoro al Centro WK Surf Vada da 25 anni, ho studiato economia.”
Sons : “quando, dove e con chi hai iniziato a fare surf ?”
Mau : “Ho iniziato il windsurf a Vada nel 1978 e il surf nel dicembre 1986 mi portarono al Sale Michele Romano e Michele “Sciugnino” Magri, usai la Barland di Massi Bessi. Però avevo già fatto un bottom al Sabbione , al Lillatro, l’estate precedente con la plancetta da windsurf di Massimo, mio fratello. Una tavola che facemmo nella piazzola della roulotte della mia nonna Filomena al Camping Il Tirreno a Vada. Nel 1998 ho iniziato col kite e nel 2010 col sup wave. Oggi sono flesciato dall’hydrofoil kite oltre che rimasto infiocinato col surf da sempre, bellissime le ultime uscite al Boccale e al Rocky, una favola.”
Sons : “cosa ti ha spinto a farlo ?”
Mau : “Non lo so, mia mamma mi ricorda spesso che mi fissavo nel guardare le onde in battigia alla nostra “baracca a Vada”, mi racconta di questa mia fissazione e peggio di me credo sia mio fratello, col senno di poi. Il mio surf è partito molto prima rispetto al momento in cui son riuscito a remare finalmente con una vera tavola sotto il corpo.”
Sons : “che materiali avevate quando avete iniziato ?”
Mau : “Infatti la mia prima onda che era più una schiuma disordinata nella corrente, per esser sincero, mi spinse con la mia barchetta a remi, la “Perla I”, una piccola lancettina in resina di appena più di due metri. Avevo meno di dieci anni e ricordo sempre che il salvagente mi segava il collo quando remavo forte per veder di planare.La seconda mia vera onda fu con il patino di babbo Dino, ma fu un semi disastro dove meno male non ci siamo fatti male. Fu all’onda Maledetta, a Pietrabianca sui Catini, ora ci porto gli allievi a fare la lezione conclusiva del corso di surf. Onda potente con fondale roccioso. Ricordo sempre i galleggianti che si infilavano in acqua ingavonando, lo spruzzo dai paglioli e il ribaltamento con me, Massi e lo Zio Antonio. Tutti che si volava urlando. Non me lo scorderò mai, la tengo nell’album dei ricordi terrificanti. Poi ci furono altri tentativi con il Mistral Competition poi arrivarono i famosi “anni moderni”, appunto il Sabbipode, poi il Sale e dopo vinsi una tavola da windsurf in una regata nel 1987 e la barattai da Hoasy con due tavoline da surf fatte da White Stone (Orazio e Bruno). Una per me, l’altra la regalai a Massi. Non abbiamo più smesso di andare in mare, fortunatamente. Portiamo sempre con noi la memoria del nostro cugino Marco che ci ha lasciati e lo ricordiamo sempre davanti ad ogni grande onda che ci viene incontro come lui avrebbe gradito.”
Sons : “Come vedi cambiato il surf da quando hai iniziato ? Sia a livello sportivo che a livello spirituale ? “
Mau : “Lo vedo molto bene perché quando esco ai Fiume con i bimbi giovani è come se avessi 50 figlioli, anche se loro fortunatamente per i loro genitori non mi conoscono. Ultimamente incontro spesso Alessandro, 12 anni, figlio di Isa e Andrea e ho condiviso con lui alcune ore di surf. Mi vengono quasi i lucciconi agli occhi come quando vedo i miei bimbi provare. I bimbi in mare sono meravigliosi.Sono molto contento per loro perché il surf è uno sport bello, sano ed educativo e quando lo insegno cerco proprio di spingere verso questi aspetti. Il surf come ogni altra cosa è cambiato molto. All’inizio avevamo 2 cassette vhs in tutta Livorno che passavano di casa in casa, un solo vero film “Mercoledi da Leoni” e qualche avventura a Biarritz. Oggi mentre ceni vedi Pipeline in streaming. Se ti devo dire cosa sia meglio proprio non lo so. Non sono un conservatore né un nostalgico. Anzi il mondo va avanti e l’importante è conservare quello spirito positivo che la vita ci da la possibilità di provare ogni giorno, ogni momento, surf o meno. E anche senza drogarsi. Tom Carrol, credo, disse che l’eroina gli faceva meno effetto delle immagini che la sua mente registrava facendo surf. Purtroppo non saprei dove ritrovare quella dichiarazione. Però nel divertimento passano anche le droghe e l’alcool, non sono di certo un santo anche se devo dire che sono stato uno sportivo e non un vizioso. Mi dispiace invece quando certi stravizi divengono limitativi, uno peggiora nel surf senza rendersene conto e non lo ammette a se stesso. Allora consiglio di tornare indietro, secondo me è un vero peccato. Però nessuna predica, quelle le lascio ai preti. Ognuno gestisce la vita come vuole, basta che non sia di impedimento ad altri ma comunque sono solo sue le responsabilità.”
Sons : “ Credi che gli manchi qualcosa che noi avevamo anni fa ? Tipo il saper leggere la natura … ora hanno internet …”
Mau : “No guarda nessun problema, come ho già detto, le cose cambiano e i ragazzi intelligenti sanno bene come comportarsi. Chi di noi della vecchia guardia avrebbe disdegnato un bel video o delle belle foto su riviste? Nessuno, quindi, ora che tutti se le possono fare con una go pro e renderle pubbliche attraverso you tube o una pagina social facciamogliele fare in santa pace, magari ci “beccano” qualche ragazza o ragazzo.Ecco appunto a proposito di ragazze, ce ne sono molte rispetto a prima e questo è molto apprezzabile. Il surf prima era molto maschile, oggi no. Vuoi mettere un picco pieno di donne con in mezzo te, anziché il centrale del Lillatro o il Sale dove tutti i maschi ragionano, ragionano, ragionano (anch’io mi ci metto eh!)? Credo che questa sia la miglior lettura della natura, riconoscere la donna nella sua bellezza. Mi pare che in questi momenti ne abbiano davvero bisogno.”
Sons : “il tuo spot preferito ?”
Mau : “tutta la north shore livornese, senza dubbio. Poi io odio surfare sempre la stessa onda. Meno male molti sono stanziali, solo quel picco, solo quello spot. Io preferisco cambiare in base alla condizione.”
Sons : “hai fatto molti viaggi ? Dove ?”
Mau : “Si un bel po’, sono stato fortunato. Sempre però nell’Oceano Atlantico perché meno costosi e più vicini, quindi per permanenze brevi sono più abbordabili.”
Sons : “il viaggio che ti ha segnato di più ?”
Mau : “forse il Marocco quando andammo col furgone io, Ale Conforti “Marcino” e Roberto Valente. Feci un bel po’ di surf però presi una grossa onda col windsurf, mi cacai addosso e meno male poi non ci son caduto, ma la buttai veramente di fori. Alle volte sottovaluto per la furia di andare in mare e poi quando sei nella merda ti domandi perché non avevi riflettuto di più. Mi immagino infatti chi fa grandi onde cosa possa arrivare a pensare. Quando Mitu Monteriro mi ha raccontato della sua uscita a Teahupoo col kite e della sua caduta sono rimasto ad ascoltarlo veramente senza parole.”
Sons : “qual è l’onda che ti viene in mente quando pensi al surf”
Mau : “me ne vengono a mente tante, penso sempre che averne una rappresenti un po’ un premio alla carriera che ti dai o che ti rimettono, e io non tollero un blocco, si deve continuare ad andare in mare anche se come nel mio caso l’età avanza e ci sono tante cose fisiche e psicologiche che mi limitano. Dobbiamo affrontarle, tutti invecchieremo ma dobbiamo esser riusciti nel frattempo ad imparare i segreti che il mare forse ci sussurra piano nelle orecchie. Forse dice: ecco un’altra onda sta arrivando, preparati, gira la tavola e rema forte. Forse lo spirito di tutto è questo. Trovare sempre un modo di agire per procurarsi dei piaceri sani, la vita è piena di queste occasioni e spesso è il nostro umore che non ce le fa cogliere.”
Sons : “Avendo viaggiato che idea hai sull’inquinamento del mare nel mondo ?”
Mau : “I mari sono inquinati da sostanze di ogni tipo, il mare è la memoria dei nostri escrementi umani e industriali. Lui alla fine riceve tutto attraverso le acque piovane oppure direttamente da scarichi di vario tipo e poi te le rilancia nel muso senza sapere se hai colpe o meno. Ho visto micro e macro plastiche ovunque, soffro quando vedo la plastica nell’ambiente, sono piene anche le nostre colline, sono nel deserto come sull’Everest. Siamo sempre più un elemento non costitutivo della natura e questa cosa è gravissima, scriviamo ogni giorno la nostra condanna. Allo stesso tempo noi stessi usiamo tante cose in plastica, pensiamo al neoprene, ai laminati, ai foam e alle resine. Quindi ne siamo coinvolti direttamente ma la dispersione della plastica nell’ambiente è un vero suicidio di massa. La plastica diventa un ormone e poi ci rovina, bisognerebbe dirlo a tutti coloro che lanciano il famoso cicchino come se fosse una caccola, loro sono i più arretrati del globo. Chi compie reati ambientali è invece un criminale.”
Sons : “Il nostro mare?”
Mau : “Peggio di tanti altri purtroppo, durante il convegno “Mare e Plastiche” che ho organizzato con #BuongiornoLivorno la Dott.ssa Fossi UNISI studiosa incaricata dall’ONU per monitorare il Mediterraneo ha riferito di una realtà abbastanza compromessa del nostro mare. Al momento il documento ufficiale a cui possiamo riferirci è la Relazione sullo stato dell’ambiente in Toscana: 2014”
Sons : “vuoi ringraziare qualcuno ?”
Mau : “ Sicuramente la mia famiglia per l’educazione scrupolosa che mi ha donato e la possibilità di farmi studiare, mio fratello Massimo col quale condivido questa passione, la famiglia che ho ora, con Silvia mia moglie sempre molto generosa quando si parla di gestione delle uscite in mare e i miei bambini Ettore e Penelope Ondina che sopportano i miei pressing quotidiani per farli avvicinare al mare. Voglio ringraziare anche Stefano e Enzo di Hoasy che mi dettero veramente una chance per accedere al livello nazionale del windsurf in un momento importante della sua storia.”